Minacce, interrogatori e pettegolezzi: sarebbero stati generati dalla relazione tra due dirigenti.
Mobbing, stalking, minacce e interrogatori: sarebbero alcune delle tattiche utilizzate dal preside e dalla vicepreside di un istituto superiore fiorentino, ora a rischio processo. La vicenda, che ha destato l’attenzione della procura fiorentina, ha avuto origine da una denuncia presentata nel 2020 da una delle docenti coinvolte. La gravità delle molestie ha generato un “perdurante stato di ansia e paura anche per il timore di subire ripercussioni di carattere professionale”.
La coppia dirigente avrebbe adottato un comportamento intimidatorio nei confronti di due docenti e un assistente tecnico, minacciandoli di provvedimenti disciplinari, demansionamenti e addirittura licenziamenti al fine di evitare pettegolezzi sulla loro relazione sentimentale. Le indagini hanno rivelato una serie di episodi in cui il preside avrebbe convocato la professoressa coinvolta in veri e propri interrogatori, mettendo sotto torchio l’intero corpo docente.
Le minacce non si sarebbero limitate solo al contesto lavorativo, ma si sarebbero estese anche alle valutazioni degli studenti durante i consigli di classe. Secondo l’accusa, il dirigente avrebbe cercato di influenzare positivamente la valutazione di due studenti, uno dei quali era stato coinvolto in episodi di bullismo e rischiava la bocciatura. La docente che ha diffuso la notizia della relazione avrebbe confessato sotto pressione e, sopraffatta dalle continue minacce, è finita in ospedale a causa di un malore.
Il caso evidenzia la serietà del problema del mobbing nell’ambiente lavorativo e sottolinea la necessità di adottare misure preventive per garantire un ambiente di lavoro sano e rispettoso. Il processo imminente mette in luce l’importanza di affrontare il mobbing non solo come un problema individuale, ma anche come una questione sistemica che richiede l’attenzione delle istituzioni e dei dirigenti scolastici.