Perché gli stalker, oltre che criminali, sono inconsapevoli – forse – di essere ridicoli.
Gli stalker sono figure complesse, tragiche e, allo stesso tempo, quasi sempre ridicole. Manifestazioni di un profondo disagio interiore che li rende prigionieri dei propri fallimenti e delle proprie ossessioni, in una lotta costante con la propria bassa autostima e il proprio scarso valore personale.
Non avendo la capacità di gestire le proprie vite o di trovare un equilibrio interiore, spesso risultano incapaci di raggiungere qualsiasi forma di realizzazione personale o professionale. Questa incapacità si manifesta, come impossibile compensazione, in una continua ricerca di un potere esteriore, che sperano possa colmare le lacune delle loro frustrazioni.
Questa ossessione li spinge a cercare forme di dominio sugli altri, nella vana speranza di poter celare i propri fallimenti dietro un velo di presunta superiorità. È un tentativo costante di affermare una sorta di controllo, che però rimane puramente illusorio. Molto spesso, per mitigare il dolore interiore e l’ansia che questi sentimenti provocano, si rifugiano in comportamenti autodistruttivi, come l’abuso di alcol o stupefacenti. Queste sostanze non fanno altro che amplificare i loro deliri di grandezza, allontanandoli sempre di più dalla realtà, e le loro disperazioni quando l’effetto consolatorio di alcol e droghe svanisce.
Si trasformano quindi in burattini delle proprie insicurezze, diventando inconsapevolmente giullari di se stessi e degli altri. Pure di chi, in certi casi, vorrebbero “servire”. In alcune circostanze, questi stalker possono anche trovarsi a fungere da complici entusiasti – convinti di riuscire così nei loro deliranti intenti – nei casi di mobbing, aspirando a un riconoscimento da parte di chi esercita prevaricazioni in azienda. E che in realtà se mai li utilizza come strumenti gratuiti e persino, perversamente, “divertenti”.
Queste spontanee e servili “collaborazioni” sono però quasi sempre inesistenti e illusorie. In poche parole deliranti, coerentemente con gli altri comportamenti degli stalker. Anche quando incoraggiate da soggetti marginali presenti nelle aziende che attuano mobbing. E si basano solamente sulla coincidenza di deliri narcisistici, sulla volontà di perseguitare la stessa persona, e sull’illusione di condividere un potere e un controllo che, in realtà, rimane inafferrabile per entrambe le parti, mobber e stalker.
Fonte rivista Fede e Ragione: Gli stalker, utili giullari ossessionati dai propri fallimenti.