Un imprenditore, titolare di un’azienda di materiali per l’edilizia, è stato denunciato da una ex dipendente per maltrattamenti e stalking. Nella denuncia vi sono pure accuse di discriminazione politica e sessuale, minacce e comportamenti persecutori. La Procura ha ipotizzato i reati e l’imprenditore è stato portato in tribunale come imputato.
Precedenti: la Sentenza della Corte di Cassazione su mobbing e stalking occupazionale
Ricordiamo che la Corte di Cassazione, con la sentenza del 5 aprile 2022, numero 12827, ha emesso una condanna nei confronti del presidente di una società a responsabilità limitata per il reato di atti persecutori. Attraverso minacce ripetute, il presidente ha generato negli dipendenti uno stato di ansia e paura duraturo, costringendoli a modificare le loro abitudini di vita. La sentenza afferma che nel caso dello stalking occupazionale è sufficiente il dolo generico, senza la necessità di una relazione di tipo familiare. Ora spetta al Parlamento raccogliere questa sfida e intervenire in materia.
Il caso in questione
Secondo la denuncia, l’imprenditore avrebbe invitato la dipendente a votare per un determinato partito alle ultime elezioni comunali. Tuttavia, quando la dipendente ha rifiutato, il datore di lavoro le avrebbe detto che non era la benvenuta nella sua azienda, per ragioni politiche.
L’imprenditore avrebbe dimostrato ripetutamente un atteggiamento ostile nei confronti verso persone orientamento simile alla dipendente, e lo avrebbe riaffermato sulla chat aziendale, dove avrebbe invitato la dipendente ad “autocensurarsi”.
Vi sarebbe quindi un caso di discriminazione politica, e allo stesso tempo un caso discriminazione sessuale e frasi antisemite. L’imprenditore avrebbe affermato che con frasi come “le donne dovrebbero essere deportate come gli ebrei o dovrebbero stare a casa a lavare le mutande”. E avrebbe anche minacciato la dipendente, intimandole di non contraddirlo perché avrebbe avuto contatti con “il clan dei Casamonica”.
Procedimento civile del lavoro e procedimento penale.
La lavoratrice ha denunciato il suo ex datore di lavoro, contro il quale ad oggi vi sono due procedimenti legali: uno civile, relativo alla controversia lavorativa, e uno penale, che ha visto l’imprenditore finire sul banco degli imputati.
La Procura lo ha rinviato a giudizio, ipotizzando i reati di maltrattamenti e di stalking, tra il 2019 e il 2021. La presunta vittima, all’epoca 25enne, non si è costituita parte civile, in quanto l’uomo l’ha risarcita con una somma di 16.500 euro. Tuttavia, sarà ascoltata in aula nella prossima udienza
Secondo l’accusa, La giovane ha riferito di essere stata appena assunta quando il datore di lavoro le avrebbe intimato di votare per il partito da lui appoggiato alle elezioni amministrative, ma lei aveva rifiutato. Lui aveva espresso chiaramente il suo dissenso nei confronti delle sue posizioni politiche, scrivendo nella chat aziendale: “Ti invito ufficialmente, in modo democratico, ad evitare qualsiasi pensiero, opinione o posizione” di opposto orientamento politico. Successivamente, l’avrebbe anche invitata all’ “autocensura”, definendo la propria azienda a “carattere democratico – dittatoriale”.
Lo sfruttamento economico
Stando a quanto affermato dalla ex dipendente, l’imprenditore l’avrebbe pure sfruttata economicamente, assegnandole il ruolo di apprendista nonostante non avesse i requisiti necessari, costringendola a lavorare oltre l’orario previsto, a rimanere disponibile a qualsiasi ora del giorno e persino a lavorare durante la malattia.
Nel gennaio 2020, la ragazza si era infortunata al di fuori dell’ambiente lavorativo, fratturando tre vertebre, e l’imprenditore avrebbe insistito affinché continuasse a lavorare anche a domicilio.
Inoltre, avrebbe offerto di darle 20.000 euro in cambio delle dimissioni inviate telematicamente. Successivamente, l’imprenditore l’avrebbe licenziata, accusandola di aver divulgato segreti aziendali poiché era amica di rappresentanti di aziende concorrenti. A tutto questo si sarebbero aggiunte le offese misogine. Dopo due anni, la ragazza ha deciso di denunciare quanto aveva subito.
Ricordiamo, sulle connessioni tra mobbing e stalking, l’articolo Fede e Ragione: Il mobbing e lo stalking lavorativo o connesso e perché sono identificati.