Da dove derivano il mobbing e lo stalking connesso, e perché ormai tutti li riconoscono
Il mobbing e lo stalking lavorativo, o stalking connesso, non sono solo veriticali. Non derivano solo dalla volontà dei superiori di isolare, o sfruttare un dipendente che può essere per loro un pericoloso concorrente o elemento di confronto per capacità, competenze o senso etico del lavoro. O perché si è permesso di criticare modi inefficienti, o persino non onesti di gestire l’azienda o parti di esse.
Possono essere pure orizzontali, arrivando dai colleghi, o persino da chi non fa parte dell’azienda però in qualche modo collabora con essa. E persino arrivare dall’esterno, quando mobbing e stalking aziendali sono prolungati negli anni, o comunque innescati strumentalmente negli ambiti sociali, familiari per colpire meglio e in modo più devastante il lavoratore.
In questi casi mobbing e stalking trovano le proprie basi e “ragioni” e il loro fertile deviato terreno pure nella tipica arroganza dei più ignoranti e meno socialmente importanti. Dei più inutili, possiamo dire, che per darsi una visibilità e una importanza minima, impossibile, sparlano, insinuano, diffamano, millantano in modi ridicoli. Avendo come bersaglio persone superiori a loro per una o più caratteristiche quali cultura, capacità, ruoli, posizione socio economica, autorevolezza, carisma, etica, onestà, etc
Non potendo raggiungerli ne superarli, non possono fare altro che cercare di sminuire, diffamare e calunniare, e fingere di sapere, di essere informati su chi fa loro ombra persino più di loro stessi, e persino di poter decidere su di loro o comunque contribuire a decidere. In realtà aziendali con cui non sono nemmeno in reale contatto, se non al limite con qualche lavoratore marginale con le loro stesse problematiche di frustrazione, scarse capacità e competenze, e assenza si senso etico.
E in certi casi persino incaricato da responsabili aziendali di attuare il mobbing all’esterno dell’azienda. Con l’obiettivo certo non di relazionarsi con i soggetti descritti, né di coinvolgerli nell’azienda. Solo, se mai, di usarli come pedine per colpire il lavoratore. Delegando appunto soggetti marginali aziendali, in certi casi persino esterni, ad attivare e incitare soggetti marginali sociali.
Ne deriva non una sorta di “partita a scacchi”, come si potrebbe fantasticare, in cui i mobber schierino manager, funzionari, impiegati, operati e personale esterno verso un singolo lavoratore. Comunque illegale, però sarebbe dimostrazione di una illecita, disonesta e perversa forma di razionalità. Ne deriva un attacco di branco e di microbranchi, che può essere attuato pure sui social tramite profili falsi e società specializzate, e che integra in modo caotico e confusionario una pluralità di gravi reati.
In un flusso continuo di deliri patologici di menzogne, fantasie e mitomanie. Attuate da chi è persino convinto – più probabile finge di esserlo … – di diventare così parte di un gruppo / branco, per quanto patologico: che sia il gruppo di mobber stalker aziendali,. O persino, suprema e grottesca illusione, l’azienda stessa.
E di farlo non per i propri inconfessati problemi psichiatrici e sociali. Anzi, persino perché si sarebbe più furbi degli altri che non lo fanno. E, ovvio, più furbi del lavoratore stesso. Che, se è stato mobbizzato, certo più furbo non è. Ecco così la rivalsa sociale del mobber stalker sarebbe compiuta e avrebbe un senso. Se mai fosse vero … . Invece è l’ennesima illusione dei mobber stalker, che non ottengono nessun riconoscimento sociale, né soprattutto economico.
Identificano e svelano invece solo sé stessi nel loro “dramma” di inutilità. Nella loro pochezza umana, Nella loro antisocialità. Nel loro essere al limite soggetti da evitare, per non farsi coinvolgere, pure dal punto di vista legale, perché sempre di reati gravi parliamo. E per non rischiare di diventare “vittime” del livore e frustrazione sociali, culturali e professionali dei mobber stalker.
I quali, proprio per le loro limitatezze intellettuali e culturali, e le loro limitate capacità relazionali – che loro invece vantano, confondendo persino chiacchiere, pettegolezzi, millanteria, aggressività e molestie con presunti skills relazionali – non capiscono nemmeno che i meccanismi del mobbing e dello stalking connesso sono ormai conosciuti dalla totalità dei cittadini.
E che attuare mobbing e stalking, oltre a danneggiare il lavoratore, l’azienda per cui lavora e la stessa società, ormai cataloga e definisce solo chi lo attua, più che chi ne è vittima. Come grotteschi soggetti sociopatici – psicopatici, mentitori seriali, aggressivi, da evitare.
Fonte rivista Fede e Ragione – Il mobbing e lo stalking lavorativo o connesso e perché sono identificati.