Continuiamo a parlare della nostra lotta civile, e a portarla avanti, perché purtroppo i mobber non si fermano nemmeno in questi casi. E c’è persino chi vorrebbe utilizzare questa drammatica situazione per colpire meglio i lavoratori vittime di distonie organizzative, e di colleghi o responsabili inadeguati e senza etica né morale.
Cogliamo l’opportunità per segnalare e ricordare il Protocollo per la sicurezza dei lavoratori nelle aziende. A cui le aziende DEVONO attenersi.
Il “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid19 negli ambienti di lavoro” è stato approvato sabato 14 marzo 2020.
Continuiamo a lottare, solidali in questa emergenza.
Paolo Centofanti, direttore Fede e Ragione, direttore SRM – Science and Religion in Media.
Link Fede e Ragione.
Coronavirus – Covid19: ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Governo hanno definito ieri, venerdì 14 marzo 2014, il Protocollo per la sicurezza dei lavoratori, nelle aziende che continuano le attività in questo periodo.
Il Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid19 negli ambienti di lavoro, è stato approvato ieri mattina dopo un confronto con sindacati e rappresentanti aziendali.
“Per il bene del Paese, per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. L’Italia non si ferma”. Così il premier Giuseppe Conte ha annunciato la definizione del Protocollo per la sicurezza dei lavoratori. Il documento è indirizzato alle aziende che in questo periodo devono continuare le attività, pure per garantire servizi essenziali.
Gli adempimenti previsti da Protocollo per la sicurezza dei lavoratori, dal sito web del Ministero della Salute.
“Misure efficaci di salute e sicurezza dei lavoratori dovranno essere garantite in tutte le aziende grazie a un protocollo raggiunto oggi tra sindacati e imprese in accordo con il Goveno. Il documento consiste in 13 punti volti a contrastare e prevenire la diffusione del nuovo coronavirus nei luoghi di lavoro. Eccoli in sintesi”.
Obbligo a casa se con febbre oltre 37.5.
Obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di febbre – oltre 37.5 – o altri sintomi influenzali e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria.
Controlli all’ingresso.
Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro, potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea.
Limitare i contatti con i fornitori esterni.
Per l’accesso di fornitori esterni si devono individuare procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale. Va ridotto anche l’accesso ai visitatori.
Pulizia e sanificazione.
L’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro – comprese tastiere, schermi touch, mouse – delle aree comuni e di svago e dei distributori di bevande e snack.
Igiene delle mani.
È obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani. L’azienda mette a disposizione idonei mezzi detergenti.
Mascherine e guanti.
Qualora il lavoro imponga una distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è necessario l’uso delle mascherine e di altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici) conformi.
Spazi comuni con accessi contingentati: mense, spogliatoi, aree fumatori.
L’accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta e con il mantenimento della distanza di sicurezza di un metro tra le persone.
Possibile chiusura dei reparti non necessari e smart working.
Limitatamente al periodo dell’emergenza Covid19, le imprese potranno disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, comunque, di quelli dei quali è possibile il funzionamento mediante il ricorso allo smart work, o comunque a distanza.
Rimodulazione dei livelli produttivi e dei turni.
Si può procedere a una rimodulazione dei livelli produttivi. Bisogna assicurare un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione con l’obiettivo di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili.
Ammortizzatori sociali e ferie.
Utilizzare in via prioritaria gli ammortizzatori sociali o se non fosse sufficiente utilizzare i periodi di ferie arretrati e non ancora fruiti.
Stop trasferte e riunioni.
Sospese e annullate tutte le trasferte e i viaggi di lavoro nazionali e internazionali, anche se già concordati o organizzati. Non sono consentite neanche le riunioni in presenza (solo quelle urgenti ma con un numero ridotto di persone e a un metro di distanza interpersonale).
Orari ingresso – uscita scaglionati.
Si favoriscono orari di ingresso – uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni: ingressi, spogliatoi, sala mensa.
Gestione di un caso sintomatico.
Nel caso in cui una persona presente in azienda sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria come la tosse, lo deve dichiarare immediatamente all’ufficio del personale, si dovrà procedere al suo isolamento e a quello degli altri presenti dai locali. L’azienda avverte immediatamente le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il Covid-19 forniti dalla Regione o dal ministero della Salute. L’azienda inoltre collabora per la definizione degli eventuali contatti stretti.
Comitato per la verifica delle regole.
È costituito in azienda un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del Rls.
Link Ministero della Salute.
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.